osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro che colpisce circa il 7,5% della popolazione, con una prevalenza di donne, e che consiste in una ridotta massa ossea e sue alterazioni che causano indebolimento della resistenza delle ossa.
Ciò comporta un aumento del rischio di fratture, soprattutto di femore e vertebre, che può comportare ospedalizzazione e lunga assistenza.

Per poterla prevenire, diagnosticarla, prevenire fratture, valutare l’evoluzione della malattia e tenere sotto controllo le risposte all’eventuale trattamento effettuato, l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di effettuare la MOC – con tecnica DEXA, che consiste in una Mineralometria Ossea Computerizzata con assorbimetria a raggi X a doppia energia.
Questa tipologia di esame diagnostico con scansione DEXA è considerata la tecnica di valutazione della massa ossea più sviluppata e attendibile in questo ambito, in quanto consente oggi di misurare nel modo più preciso la massa ossea e la sua densità minerale e quindi di poter avere la migliore predizione del rischio di frattura e consentire il monitoraggio più accurato.

Essa viene effettuata con apparecchiature tecnologicamente molto avanzate, che consentono di misurare la densità minerale ossea in grammi per centimetro cubo di un osso o di una zona campione, di solito la colonna vertebrale e il collo del femore, benché in alcuni casi possa anche essere richiesta una scansione total body.
Tramite la DEXA, infatti, è possibile misurare il patrimonio minerale dello scheletro, costituito in prevalenza da cristalli di idrossiapatite di calcio. Il BMC, ovvero il contenuto minerale osseo rilevato, permette di valutare il rischio di frattura. Più di recente, inoltre, sono stati sviluppati software in ambito della DEXA che, oltre alla densiometria, permettono di valutare anche la resistenza dell’osso, e quindi di predire ancora con più precisione il rischio di frattura.

Un esame consigliato per lo più a uomini dopo i settant’anni e alle donne quando si presenta la menopausa (in questo momento, infatti, può comparire una osteoporosi definita “primitiva”), piuttosto semplice, per mezzo del quale è possibile valutare, in base ai valori rilevati, se una persona appartiene a uno dei tre gruppi individuati dall’OMS, ovvero se si è in una situazione di normalità oppure se si presenta osteopenia o osteoporosi.

A questo proposito è bene indicare che con osteopenia si indica un impoverimento dell’osso, che però non raggiunge il grado di osteoporosi.
La densità minerale ossea – o BMD – è responsabile della resistenza meccanica dell’osso. Potendola calcolare, è possibile quindi diagnosticare se si è in presenza o meno di osteoporosi.

L’OMS indica una BMD normale se viene rilevato un T-score (ovvero una deviazione standard dal picco medio di massa ossea) compreso fra +2,5 e -1,0 DS; osteopenia (bassa BMD) se il T-score è compreso tra -1,0 e -2,5 DS; osteoporosi con un T-score inferiore a -2,5 DS; osteoporosi conclamata con un T-score inferiore a -2,5 DS e contemporanea presenza di una o più fratture da fragilità.

L’osteoporosi è oggi considerata una malattia di rilevanza sociale, che ha un’incidenza che aumenta con l’età. Si stima che in Italia vi siano oggi più di tre milioni e mezzo di donne e un milione di uomini affetti da osteoporosi. Poiché la popolazione italiana al di sopra dei sessantacinque anni è in aumento, è dunque da prevedere che l’incidenza dell’osteoporosi avrà un incremento.
Di qui l’importanza della MOC/DEXA per eventualmente intraprendere un trattamento e quale sia il più appropriato.

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